Ciao, questa è la storia di Brick, cane adottato dall'amica Marina Alberghini. Scritto che mi ha mandato Marina.
Storia di Brick
Ho adottato Brick dopo che era
morto il mio caro Piero a 17 anni. Lisa, adottata 6 anni fa da Napoli, era rimasta sola e non aveva più voglia di vivere
nonostante mi adorasse, non andava più in giardino e dormiva sempre.
Arrivato Brick ho constatato che
agli inizi era vissuto bene e ben tenuto. Era un cane di casa, aveva un
giardino dove era stato addestrato a sporcare, un padrone che lo chiamava col
fischio e che lo faceva giocare col riporto. Certo aveva anche gatti perché
rispettò subito i miei. Ma un giorno tutto era cambiato. O il padrone era morto
o era arrivato un neonato perché se sente piangere un neonato in un film alza
le orecchie e si guarda intorno. Sappiamo tutti quante madri isteriche cacciano
il cane o il gatto di casa quando arriva il figlio.
Che cosa sia stato non lo sapremo
mai, fatto sta che era stato abbandonato nei monti laziali di Pontecorvo.
Abbandonato a se stesso si era riempito di zecche e ammalato di Erlichia,
malattia mortale se non curata, portata dalle zecche. Ha conosciuto sassate e
bastonate perché aveva il terrore delle palle e delle scope e bastoni. Non
sappiamo quanti anni sono passati così, ha 9 anni, finalmente è stato
accalappiato e portato in canile dove ha vissuto un anno, senza cure per
l’Erlichia.
Arrivato qui aveva paura di
tutto, pur essendo buono e affettuoso, soprattutto il gioco lo terrorizzava pur
essendo un cane da riporto, e così il guinzaglio forse per l’accalappiamento o
per frustate. Il periodo felice, certo breve, era dimenticato, restava
l’altro.
Volevo riportarlo a una vita
normale e felice, mi consigliavano un addestratore, ma volevo essere io il suo
punto di riferimento. Almeno volevo provare. Così ,mentre lo curavo per
l’Erlichia già con tre fasi di antibiotico e diventava più forte ,ho cominciato
a buttargli piccoli pezzetti di cartone chiedendo il riporto ma senza ordini
bruschi, in modo rassicurante, divertente. Li prendeva in bocca e portava in
cuccia sbriciolandoli. Non capiva cosa volevo. Ma senza riporto non esiste il
gioco. Poi ho comprato dei piccoli peluche, se li portava in giro ma
riporto niente. Se poi vedeva una palla scappava in giardino dalla paura. Col
guinzaglio si bloccava o gettava a terra nel panico.
Parlandogli sempre, rassicurandolo,
finalmente ha cominciato a capire, a ricordare, a riportarmi i peluche e, vittoria
completa, la mattina del 19 gennaio mi ha portato lui la palla per giocare! che
adesso adora e con la quale fa il riporto correndo in giardino. Si era
ricordato che la palla è un giuoco! E’ stato un gran giorno!
Piano piano ricorda tutto il
periodo felice e adesso ha del tutto dimenticato quello da randagio, la mattina quando mi alzo
mi porta i giocattoli e mi chiede di giocare. Ama anche i gatti e li accoglie
nella sua cuccia.
Ora è un cane normale e molto
felice e in cammino per la guarigione dal tremendo parassita, ha fatto una
pelliccia che sembra un maremmano. Lisa è irriconoscibile e corre e gioca con
lui, mai vista così allegra.
Divertentissimo poi è vederlo
correre in giardino con la palla a gara con i gatti! Mi adora e devo dire che non
c’è gioia più grande che avere e vedere la riconoscenza, la trasformazione e la
joie de vivre di un cane strappato al
canile una gioia che si ripete ogni giorno!
Marina Alberghini
Una bella storia che mi ha fatto commuovere, emozionare. Grande Marina.
Ed ecco qua la foto d Brick.
Qua quando era in canile
Qua come è ora, si legge la felicità nei suoi occhi