venerdì 22 ottobre 2010

Test cosmetici sugli animali

Per gli animali in Europa si mette male. Contestualmente alla pubblicazione della Direttiva “22 sett 2010 del Parlamento e del Consiglio sulla la protezione degli animali utilizzati a fini scientifici” sulla Gazzetta Ufficiale, il Parlamento Europeo si appresta a reiterare la sperimentazione animali per i test cosmetici. Previsto inizialmente per il 1999, il divieto di utilizzare gli animali per la sperimentazione dei cosmetici è stato rinviato prima al 2000, poi al 2002, infine al 2003. Si è così arrivati all’attuale scadenza – il 2013 – che, rischia anch’essa di slittare (al 2019) mentre milioni di animali continuano a morire inutilmente per test non attendibili e che potrebbero essere sostituiti in modo altrettanto efficace e più conveniente dal punto di vista economico. L’Enpa ricorda che la Commissione Euripea ha l’obbligo di impegnarsi anche dal punto di vista finanziario per garantire che il termine del 2013 venga rispettato; a tale scopo, l’associazione è pronta ad impugnare ogni eventuale, ulteriore, deroga approvata dal Parlamento Comunitario ma, soprattutto, invita i cittadini a voltare le spalle alle inutili crudeltà dei test sui cosmetici e ad opporsi con fermezza allo sfruttamento di creature destinate ad ingurgitare chili di rossetto o di shampoo per verificarne la tossicità. La bellezza e la cura della persona non possono e non devono avvenire al prezzo dell’inutile sacrificio di milioni di vite. Cosa fare, dunque? Per i cittadini è possibile orientare le scelte di consumo verso cosmetici “cruelty free” prodotti dalle aziende che aderiscono allo standard internazionale “non testato su animali” del marchio ICEA (con la supervisione della Lav). Le imprese che aderiscono a questa piattaforma si impegnano non soltanto a non testare sugli animali i singoli ingredienti ma anche a dichiarare che i prodotti acquistati dai fornitori non siano stati sperimentati su animali (il fornitore deve specificare l'anno a partire dal quale ha chiuso con la sperimentazione). Inoltre, per essere certi che il prodotto non contenga sostanze di origine animale è sempre necessario leggerne la composizione, che non deve contenere: grassi animali, oli animali, gelatina animale, acido stearico, glicerina, collagene, placenta, ambra grigia, zibetto, latte, panna, uova, lanolina etc. Il consumo consapevole disincentiva la sperimentazione animale, premia le ditte che da molto tempo hanno fatto questa scelta etica e salva la vita di milioni di animali.
www.enpa.it

2 commenti:

  1. Vero! Grazie per aver messo l'elenco dei componenti! Bisognerebbe proprio non comprare piu' i prodotti che derivano da test sugli animali! Ciao baci!

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  2. Io ci sto provando. Anche se a volte è un po' difficile.

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